Scegliere di giocare ed esplorare, assecondando la propria curiosità e il proprio tempo, in contesti pensati dagli adulti. Correre, leggere, costruire, osservare, “far finta di”, cantare, ballare, saltare, da solo o insieme ai compagni.”

“Il gioco è un concetto contradditorio. Il gioco è serio, ma non serioso; futile ma profondo; fantasioso e spontaneo, ma legato a regole e ancorato al mondo reale. È puerile, ma è il fondamento dei più grandi risultati che si conseguono da adulti.” (Gray, 2013)

Il gioco è ciò che caratterizza prevalentemente il tempo dei bambini, è importantissimo per il loro sviluppo, imparano per suo tramite a superare le difficoltà, ad entrare in rapporto con l’ambiente, a sviluppare la propria vita emotiva e la propria crescita intellettuale. Il bambino si serve del gioco per conoscere e misurarsi con la realtà, dunque è esplorazione di esperienze fisiche, emotive ed intellettuali. Il compito del ‘adulto non è più organizzare cosa far fare ai bambini, ma è “offrire le opportunità e gli strumenti adeguati per farlo” (Guerra, 2015).

Quando l’adulto pone delle distanze e permette ai bambini di seguire con libertà l’innato desiderio di esplorazione, li aiuta ad assumere consapevolezza sul e proprie competenze, con positive ricadute sulla fiducia in se stessi (Ottella, in Guerra, 2015). E’ inoltre determinante l’atteggiamento fiducioso

con il quale l’adulto guarda al gioco libero, non tempo perso, anzi tempo propizio per importanti apprendimenti e conquiste e al bambino e alla sua innata disposizione ad imparare e crescere.